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L’uso e l’abuso di alcol fra giovani e giovanissimi

Di Sara Lindaver Psicologa Padova

Mi capita sempre più spesso di svolgere alcuni colloqui di consulenza con genitori di ragazzi adolescenti molto preoccupati per il rapporto dei loro figli con l’alcol. Molto spesso si tratta di genitori che si sono ritrovati a gestire il ritorno a casa del figlio o della figlia in evidente stato di ebbrezza e che temono che lui o lei possano diventare degli alcolisti.

Meglio fare un po’ di chiarezza sulla questione…
L’uso e l’abuso di alcol fra giovani e giovanissimi è sicuramente un fenomeno in crescente diffusione ed il primo approccio con l’alcol diviene sempre più precoce. Non è, tuttavia, necessario essere alcolisti per essere esposti alle conseguenze negative di un inappropriato consumo di alcol. La cronaca di tutti i giorni ed in particolare dei fine settimana mostra come gli episodi di abuso alcolico comportino spesso conseguenze anche molto gravi e coinvolgano per lo più adolescenti e giovani adulti. L’effetto di perdita di controllo indotto dall’alcol è alla base di numerosi episodi di violenza (risse, aggressioni, ecc.) e l’attenuazione dei riflessi può avere gravissime conseguenze per quanto riguarda incidenti e infortuni.

Un rapporto inadeguato con l’alcol non è solo quello tipico dell’alcolismo, inteso come una condizione di dipendenza psico-fisica caratterizzata da forti abusi di alcolici e da sintomi di astinenza, ma è anche quello che espone ad altri comportamenti a rischio quali risse, infortuni, incidenti stradali e atti sessuali non protetti.

In particolare, in quest’ultimo decennio si è assistito ad un progressivo cambiamento delle abitudini di consumo di alcol in Italia. Il modello di bere tipicamente mediterraneo, caratterizzato da un consumo di bevande alcoliche circostanziato ai pasti e quindi più frequente ma con l’assunzione di minori quantità di alcol, sta infatti venendo progressivamente sostituito da un modello di consumo di tipo nord-europeo, caratterizzato dal consumo di alcolici al di fuori dei pasti, in maniera meno frequente ma con l’assunzione di maggiori quantità di alcol. Ciò ha comportato un progressivo aumento del numero di giovani coinvolti in episodi di cosiddetto binge drinking.

Per binge drinking si intende l’assunzione di almeno 4 bicchieri di bevande alcoliche per la donna e 5 per l’uomo in un arco di tempo ridotto (all’incirca di un paio d’ore). In tali occasioni non è tanto importante la qualità di ciò che si beve, ma che la gradazione e i quantitativi siano tali da avere un effetto “potente”. L’alcol viene così considerato un valido sostituto delle droghe in quanto è una sostanza che può provocare uno stato di profonda alterazione psicofisica ed allo stesso tempo è una sostanza legale e socialmente accettata. In queste circostanze il consumo di alcol avviene con la precisa e cosciente intenzione di ubriacarsi e diviene quindi un’esplicita espressione di comportamento deviante. Il desiderio che ne sta alla base è spesso quello di evadere da situazioni problematiche e di facilitare le relazioni sociali, in particolar modo gli approcci sessuali.

Come affrontare questa situazione in qualità di genitori? Non esiste una risposta preconfezionata. Ciò che è importante è cercare di favorire la comunicazione in famiglia ed un ascolto rispettoso nei confronti delle difficoltà che i propri figli possono manifestare. Ogni famiglia ha la sua storia ed ogni ragazzo o ragazza si può trovare a vivere situazioni problematiche che solo lui o lei possono conoscere in tutti i loro aspetti e nella loro complessità. Il proprio ruolo, come genitori, dovrebbe essere quello di favorire delle letture o delle possibilità di soluzione alternative all’alcol alle difficoltà presentate dal figlio o dalla figlia. Qualora ciò fatichi a realizzarsi, il sostegno di un professionista potrebbe rivelarsi utile.

https://www.saralindaver.com/blog/

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