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Dedicato ai ragazzi della sera

Questo tempo ci chiama alla solitudine. Solitudine da sé, separazione. Dice Andrea Marcolongo nel suo libro “La misura eroica”, separazione da sé , dal latino Parare,Preparare. “Qualcuno – continua la scrittrice – si è preparato ma non per noi” che quindi restiamo soli.Oppure inteso nel senso che noi ci prepariamo a qualcosa, escludendo gli altri.
Fatto sta che le modalità di “cammino” da un po’ indossate, come un abito difficile da portare, ci impongono obbedienza, rispetto e prima ancora convincimento che le regole di vita ora più che mai vanno seguite. E a costo della solitudine. Solitudine, separazione dall’altro nella relazione – così naturale,spontanea appresa da piccoli- dal mascheramento, alla parola, dalla gestualità alla gestione degli spazi in cui i nostri corpi si muovono. Siamo davvero preparati a questo? Separati dagli altri che si muovono intorno a noi, solinghi, pellegrini, romiti? E mentre andiamo, abbiamo presente gli altri che ci vivono accanto, anch’essi separati, solitari,unici, fatti e trasformati di Plexiglas, divisori per non infettare e infettarci? Penso al desiderio dei nostri ragazzi che vivono la fine del totale isolamento nelle piazze, nelle vie dei quartieri, con un brindisi, in un brindisi serale.Capisco la voglia di cambiare le regole, perché queste proprio divergono da quella che è l’essenza di persone dotate di una carica di vitalità che le contraddistingue, proprio in forza degli anni,così come il senso di unicità,di particolarità, di insostituibilità, percepita come condizione circoscritta a una ristretta fascia di età. Vorrei poter dire loro che correre da soli, separando gli altri, preparati a qualcosa che esclude gli altri, si può ritorcere contro. Per non interrompere le relazioni non è necessario alzare i calici, le bottiglie di birra, di vino, di spriz, né liberarci da fasciature di carta, di stoffa, bianche e colorate sui nostri volti. Camminare insieme, questa la via praticabile per arrivare verso il traguardo. Da soli, come sentiamo spesso affermare in questi mesi, a gruppi separati, non ci si salva.E questo comporta anche un sentire, ritenere, considerare, pensare, riflettere insieme, ma anche percepire dentro quell’indistinto sentimento che è atto d’amore verso gli altri.
Marina

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