di Cristina Zavloschi
Mi sono costruita casa su una nuvola,
La cucina è bianca,
Pensili grandi contengono tazze e bicchieri, piatti e tazzine da caffè’
I cassettoni pentole e tegami,
E casseruole di tutte le misure,
Un mondo accogliente,
Che sforna cibi italiani, indiani, thailandesi, africani,
Il mio palato si sente un re,
Felice gode la vita in mezzo al cielo,
Nessun abitante del cielo protesta.
Anzi vengono ospiti a cena
Con vino degli Dei.
Sul divano in pelle giallo scrivo il mio diario,
Storie di pandemie e lockdown, ospedali, respiratori, dimmissioni, morti e lacrime confuse tra le notti dannate, chiuse in un baratro senza poesia.
Sui miei fragili legami, meravigliosi e infami, inconsapevoli, sui quali ancora cucio speranza come la mia nonna cuciva lenzuola delicate all’uncinetto.
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