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Coprifuoco

Da ” Lo sguardo: la guerra una bambina”

Stavano tutti col naso in su, i più grandicelli soprattutto: dentro il blu dondolavano in luccichii sbrecciati dal vento tanti foglietti, appena toccavano il giardino dell’asilo attiravano una zuffa chiassosa. Poi la maestra grande ne aveva afferrato uno, la bimba aveva seguito lo sguardo ansioso sopra le righe e aveva visto il volto trasformarsi in un grido: “Dentro bambini, dentro, è la guerra!” Tra le maestre ci fu un parlottio concitato di voci e di veli scomposti sul capo mentre i piccoli delusi rientravano in aula. Zia Orsolina aveva chiuso tutti i vetri e i balconcini verdi per l’oscuramento: la luce era fioca, il gioco spento, il silenzio d’obbligo, che triste nebbiolina! Ma la bimba e il fratellino trovarono presto un tacito divertimento, si scambiarono boccacce orripilanti con fantasia.  “Basta con quelle brutte cose, fuori c’è la guerra, dobbiamo pregare.”  Il buio si era subito riempito di un mostro senza occhi, stava tutto largo dove c’era il “fuori”. Ma dentro la preghiera riempiva tutto lo spazio. Zia Orsolina era davvero Preoccupata.”   Questo il coprifuoco del tempo di guerra …nessuno poteva sapere quanto a lungo sarebbe durato. È la sensazione che ci assale oggi e noi donne abbiamo il compito nuovo e difficile di renderlo una esperienza vissuta con pazienza e creatività e la speranza che l’attesa sia breve.

Antonietta D.B.

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