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Diritti e società: … Far diventare i nostri figli “ gli adulti del domani “

Di Anna Ricci

CON GLI OCCHI DI BERNARDONE
Tutto il mondo conosce la santità, la grandezza e la purezza della figura del Poverello di Assisi che ha sconvolto e stravolto con la sua vita “rivoluzionaria” le coscienze del clero, abituato a vivere nel fasto, e la tipica mentalità dell’uomo in un’epoca quale il Medioevo.
Ha indotto gli uomini del suo tempo, ma anche dei secoli a venire, a riflettere su come la Parola di Dio andava attuata in maniera autentica.
Francesco è stato un esempio vivente di quanto affermava Gesù e non ha avuto paura di mettersi contro tutti: la famiglia, le istituzioni, la società. Si è liberato di ogni materialismo ed è andato all’essenza della Parola, accogliendo “in toto” gli insegnamenti di Gesù e rivestendosi della Luce vera, quella di Cristo.
Tutti noi rimaniamo affascinati e commossi quando ripercorriamo la sua conversione attraverso le toccanti sequenze di “Fratello Sole e Sorella Luna” di Franco Zeffirelli in cui si percepisce quanto l’Amore di Dio abbia pervaso il suo animo, giungendo nelle pieghe più recondite e portandolo a cambiare radicalmente la sua vita terrena per avvicinarsi sempre più a quella celeste.
Si è spogliato dei suoi ricchi abiti e si è rivestito di “sorella povertà “che lo avrebbe condotto davanti al Creatore dell’universo.
Un’ottica questa che oggi appare utopistica: chi mai ai nostri tempi farebbe questo?
Nessuno di noi rinuncerebbe alle proprie comodità e ai nostri agi ; anzi l’uomo combatte tutta la vita per migliorare la propria posizione sociale, aumentare le ricchezze, puntare ad “avere” più che ad “essere” per conquistarsi stima e onorabilità agli occhi degli altri.
Sarebbe, comunque, riduttivo considerare la povertà di Francesco come una pura privazione dei beni materiali; per lui ha un valore più ampio in quanto libera l’uomo dalla prigionia delle ricchezze, e non solo, per seguire unicamente Cristo.
Francesco nasce ad Assisi nel 1182 da Bernardone, ricco commerciante di stoffe, e da Madonna Pica di origini provenzali.
Rude con grandi velleità sociali…lui; colta, dolce, religiosa e amorevole… lei.
Di fronte a un cambiamento di “ rotta”o di previsione possibile, la reazione di un padre come Bernardone ci appare eccessiva e quasi compatiamo questo pover’uomo ricco sì, ma talmente “ cieco” da non comprendere il miracolo che aveva davanti. L’ira, lo sdegno e la vergogna lo hanno mosso a tenere il figlio prigioniero nelle segrete della sua casa e a denunciarlo al vescovo della città. Tutto vano!
Francesco va avanti. Giunge fino a Roma intorno al 1210, dinanzi al Papa Innocenzo III che, dopo aver ascoltato il Poverello e i suoi seguaci, approva la Regola e consente loro di predicare e di fondare un nuovo ordine.
Siamo in pieno Medioevo e noi oggi guardando con gli occhi del nostro tempo la figura di Bernardone, vediamo in lui la grettezza, l’attaccamento agli averi, l’arrampicamento sociale, l’ottusità nel non riuscire a “ vedere” il prodigio di un Tale Figlio.
Ma noi oggi siamo molto diversi? Se ci immedesimiamo in questo padre, avremmo ancora il diritto di “ puntare il dito” contro di lui?
Che genitori siamo ? Capiamo i nostri figli ? Tentiamo qualche volta di comprendere loro atteggiamenti e comportamenti alquanto stravaganti?
Pare che il tema dell’incomprensione genitori- figli non abbia tempo né età!
Cosa succede quando ci ritroviamo dei figli diversi da quelli che in realtà sono perché non soddisfano le nostre aspirazioni e non riflettono le nostre aspettative e i nostri insegnamenti?
E’ una bella domanda, alla quale ciascuno di noi reagisce e risponde in maniera diversa.
Il mestiere di genitore si apprende cammin facendo e noi dovremmo più spesso imparare a farci un’autocritica, senza perdere l’autorevolezza che un educatore deve avere.
A dirla con le parole dello psichiatra Paolo Crepet “ il coraggio è quello che tutti, genitori e insegnanti, dovrebbero oggi avere, quello di credere in se stessi, nei propri figli e nei propri allievi, il coraggio che devono insegnare loro per superare le difficoltà di ogni giorno…, per affermare le proprie idee e le proprie vocazioni, la propria libertà e autostima, per non rinunciare ai propri sogni e costruire la giusta dose di autostima. Perché coraggio significa agire sapendo che la propria fiducia nel successo è molto più forte della paura del fallimento…”
Non è semplice per noi oggi, uomini e donne del 2023…(figuriamoci nel pieno Medioevo!!!) capire che se davvero vogliamo far diventare i nostri figli “ gli adulti del domani “ non dobbiamo essere così iperprotettivi nei loro confronti fino a spianargli la strada in vista di un futuro comodo e senza problemi, evitandogli cadute e sofferenze e, cosa ben più grave, sostituendoci a loro nella costruzione di quel capolavoro che è la Vita.

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