Born To Be Online

Lezioni online

12 maggio 2020

Come ogni martedì mi preparo per la consueta lezione online di storia e geografia con gli studenti del serale. In questi mesi, in cui tutto è sospeso, la scuola è andata avanti con l’utilizzo massiccio di strumenti digitali, così anch’io, insegnante abituata ad entrare in classe con un canovaccio di lezione che puntualmente cambiavo seguendo istintivamente gli umori e i bisogni della classe, mi sono dovuta adeguare a dover mettere tutto per iscritto, compresi i punti e le virgole in una piattaforma digitale che di punto in bianco ha sostituito il nostro stare insieme in classe. Io, che solitamente evito accuratamente le video chiamate, ho dovuto affrontare le lezioni online. Le prime volte è stato davvero surreale e direi perfino straniante trovarmi ad interagire con la piattezza di uno schermo che mi rinviava delle immagini sfuocate, volti che comparivano nel video uno, due, tre alla volta, come le comparse in un film, silenziosi e imbarazzati, i turni di parola incerti e disturbanti rumori di sottofondo che impedivano una serena comunicazione. A tratti mi sembrava di fare lezione ad un muro e avevo la sensazione di fluttuare in un acquario, le parole e i gesti attutiti oscillavano in uno spazio incerto che aveva perso gli abituali riferimenti. Non ricevevo feedback e non potevo più avvalermi della lettura dei segni della comunicazione non verbale, così temevo che nessuno mi sentisse e inavvertitamente alzavo la voce in modo spropositato. La prima volta, dopo una sola ora di lezione, mi sono trovata completamente afona. Poveri studenti, avranno dovuto abbassare il volume del loro dispositivo per non essere assordati dalla mia voce ansiosa.
E poi, collegamento dopo collegamento, ci siamo abituati e, ora che l’imbarazzo si è dissolto, i turni di parola sono più fluidi e nello schermo ho imparato ad attivare il layout che mi consente di vedere tutti, mi sono affezionata al nostro appuntamento settimanale online. Chi l’avrebbe mai detto.
La settimana scorsa ci siamo perfino coraggiosamente lanciati a svolgere una verifica online. Ho cliccato il pulsante che dava inizio alla prova e d’improvviso il silenzio è calato fra noi, mi sono accomodata sulla sedia, ho sistemato la visuale in modo da averli tutti sott’occhio e ho cominciato un’attenta osservazione dei loro volti in primo piano che solitamente lo spazio più esteso di una classe non permette. E’ stato curioso osservarli mentre erano concentrati, intenti a trovare le informazioni nella loro mente, ma soprattutto negli appunti o nelle board della piattaforma, intenti perfino a messaggiare tra loro per scambiarsi le risposte (sicuramente una verifica online è poco attendibile). Osservavo uno ad uno i loro volti giovani, e improvvisamente mi ha colto una sorta di ammirazione per il coraggio dei miei studenti, per lo più stranieri. Ammiro la loro determinazione in questo percorso di vita in un altro paese di cui hanno dovuto imparare la lingua, gli usi e i costumi, i modi di pensare talvolta così diversi dai loro. Si sono adattati a svolgere un lavoro, anche se non è quello dei loro sogni, tollerando a volte atteggiamenti non sempre accoglienti, faticando per farsi accettare in una società piena di contraddizioni come la nostra. E in tutto ciò hanno trovato anche la volontà di tornare a scuola e imparare alcune cose da capo come gliele insegniamo noi con la nostra presunta imparzialità e i nostri inevitabili pregiudizi. E nonostante siano stati travolti come tutti da questa inaspettata, temibile e surreale emergenza sanitaria, non hanno mollato la scuola e il loro impegno ad apprendere, ad ottenere un diploma con la speranza di un futuro migliore.

Daniela

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