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Lo sguardo fuori dalla finestra al tempo del Covid 19

Lo sguardo fuori dalla finestra al tempo del Covid 19

 

Guardo fuori dalla mia finestra, che si affaccia parte sulla strada, la pista ciclabile,  parte sui campi e un rigo d’acqua.

Vedo passare , in questo giorno di sabato,  di parziale libertà, bimbi festosi, con i loro genitori, chi in  bicicletta, chi a piedi…

In questa giornata, un po’ soleggiata,  un raggio di sole ha appena fatto capolino e mi illumina il viso …

Poi la giornata si alterna e a tratti si fa nuvolosa…

In questo riflesso, mi lascio andare alle mie emozioni e sensazioni del momento..

Sento l’aria fresca sul  viso e ad un tratto vengo avvolta da una volata di profumo

di glicine, che arriva dal cespuglio rigoglioso di fiori a grappolo del giardino della zia che abita a fianco

Nel mio giardino invece, sono sbocciate le prime rose arancioni e gialle

Due colori intensi, che preannunciano la bella stagione calda

Sento le piccole campane, del paese vicino, che suonano al mattino e alla sera,  e intonano con i loro piccoli battacchi il canto dell’ Ave Maria…

Mi ricordano la bisnonna Bia, che diceva, che  i loro rintocchi segnavano il mattino presto e 2 ore alla sera…

Significava,  che il giorno era giunto al termine e iniziava la sera,  la cena il convivio e il meritato riposo, dopo aver trascorso una giornata nei campi e negli orti a lavorare.

La mia attenzione, viene carpita da uno stridere di gabbiani, che vanno alla ricerca di cibo nel campo appena arato

Guardo l’orizzonte, nel cielo, una grande nuvola bianca, alleggerita dal vento, si trasforma in una figura di gigante, poi in una faccia di un vecchio con la barba lunghissima e poi nuovamente in un drago, in pochissimi secondi

Tra il reale e l’invisibile vengo trasportata con leggerezza ..

La mia anima è libera come in un’ essenza…

Colgo l’energia luminosa e sento dentro al mio cuore un pensiero verso quell’amico e compagno teatrale che ora è lassù…

Mi manca molto la sua compagnia e soprattutto la sua allegria quando studiavamo il copione assieme e al mattino quando mi chiamava mi diceva ciaooo Felicitad…

Perché diceva che ho sempre il sorriso sulle labbra

E mi raccontava delle sue avventure, dei suoi viaggi, dei concerti, delle gite in barca a remi e dei  manicaretti da lui cucinati per lo spuntino di aggregazione, poi quando ero triste mi suonava la ribeba ovvero lo scaccia pensieri

Sembrava volesse vivere tutto il mondo in un giorno, sapeva che non aveva tanto tempo per assaporarlo lentamente …

Mi rattrista, ma lo immagino felice a viaggiare in un’altra galassia, con spazio e tempo differenti, così il cuore si rallegra nuovamente

Bisogna continuare ad andare avanti nella vita e viverla senza fermarsi, con la tristezza, la gioia, la speranza  e percorrere la propria   strada, vivendo appieno continuando   a testa alta, come diceva il mio papà…

E’ come una giostra che gira all’infinito…

E un giorno di lavoro deve essere vissuto come un giorno di festa, con la gioia dentro di noi e la fierezza di farne parte .

 

Dolores

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