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Due poesie per due poetesse: Isabella Moretti e Rita Terenzi

Introduzione di Marina Agostinacchio
Scrittura e voci di Isabella Moretti e Rita Terenzi

Ascolta le voci delle due scrittrici ai link:

Isabella Moretti
https://anchor.fm/lastanzadellevoci/episodes/Isabella-Moretti-legge-Che-cosa-ci-veniamo-a-fare-ala-mare-e1m05ud

Rita Terenzi
https://anchor.fm/lastanzadellevoci/episodes/Rita-Terenzi-legge-Sar-la-luna-e1m060h

Oggi per la rubrica, “Due poesie per due poetesse”, le voci di Isabella Moretti e Rita Terenzi
che ci propongono due testi, per certi versi convergenti nella scelta dell’ambientazione balneare.

Nei loro testi, l’immersione in un’atmosfera estiva avviene però sotto un’angolazione di luce differente.

All’interrogativo di Isabella Moretti sul senso della vita quando essa esprime meraviglia sul nascere di ogni cosa e mai, sembra, rivestirsi di entusiasmo al ripetersi degli accadimenti, si contrappone, nella scrittura di Rita Terenzi, la memoria di un tempo felice, tempo che d’un tratto, rende vivido il ricordo di madre, attraverso sensazioni ed emozioni irripetibili.

Di Isabella Moretti

Che cosa ci veniamo a fare al mare
se non per irretire i giorni come pesci
persuadere gli istanti
a restare attaccati come sabbia
alle caviglie, ai polsi

come quelli dei bimbi indaffarati
con secchielli e palette
a dare forma alla spiaggia,
buche, draghi, castelli

felici di vedere
l’acqua che cola liscia,
che s’insinua,
l’acqua che a volte abbatte
la torre così a lungo lavorata.

Ogni nuova scoperta una corona
di bocche sorridenti.
La prima volta.

Rita Terenzi

Sarà la luna piena
feconda di ricordi,
di momenti lontani ,
sprazzi di vita
spruzzi di mare.
Loro eccitati ,
io a perdermi nella loro felicità.
Loro, nella loro fragorosa allegria,
io poco più di una bambina
cullata da una dolce malinconia.
Insieme,
sotto il sole cocente di agosto.
Senza perdermi neanche un sorriso,
o una impercettibile smorfia del loro viso!
Corse sulla spiaggia,
buche e castelli di sabbia.
Al ritorno i borsoni pieni di giocattoli,
trascinati un po’ a fatica,
erano le mie ali ogni sera,
e piena, colma,
traboccante d’amore,
mi sembrava di volare.
Mi rendevano leggera…

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