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IL COLIBRI’ E L’ INCENDIO DA DOMARE

di Ines Maria Guadagnini
Un’ antica leggenda africana narra che un giorno, tanto tempo fa, scoppiò un grande incendio nella foresta. Fiamme altissime si levavano dai grandi alberi secolari, divorando rapidamente ogni forma di vita. Tutti gli animali, dai più piccoli ai più grandi, iniziarono quindi a scappare verso le montagne innevate, per trovare una possibile salvezza. Solo il colibrì, un piccolo e fragile uccellino, anzichè andare alla ricerca di un luogo sicuro, continuava a fare la spola fra la foresta e un lago: seppur stanco e sfiancato da questi continui voli, non si arrendeva e continuava a versare sull’ incendio quelle poche gocce d’ acqua trasportate con fatica nel suo piccolo becco.
Tutti gli animali erano stupiti da tanta tenacia e il Leone, allora, gli domandò :
“ Cosa pensi di ottenere con una goccia ? “
“ Penso di portare il mio aiuto “ rispose serio il colibrì
“ Ma non potrai mai domare l’ incendio con una goccia d’ acqua “ replicò il Leone, meravigliato di fronte a tanta ingenuità !
“ Forse hai ragione, ma io intanto faccio la mia parte “ rispose convinto l’ uccellino, mentre riprendeva il suo volo verso il lago.
Molto tempo dopo, anche nella grande città scoppiò un incendio devastante e ogni cosa si tinse di rosso, come nella foresta! Non fiamme infuocate, ma un’ aria irrespirabile e mortale costrinse tutti a rifugiarsi dentro le case, in attesa che quel maleficio finisse presto.
E invece durò a lungo, troppo a lungo per poter essere sopportato.
Tutti gli abitanti della città, ormai stanchi per le grandi sofferenze patite, ripensavano con nostalgia ai tempi in cui, liberi di vivere, avevano goduto di momenti di serenità, quelli che ora sembravano perduti per sempre. Per questo si arrabbiarono, ebbero voglia di ribellarsi e gridarono:
“ Ci riprenderemo la nostra vita perchè vogliamo tornare a vivere, a sorridere, ad incontrare gli amici; vogliamo ancora camminare per le strade ebbri di gioia, di sole, di cieli stellati; abbiamo voglia di tirare tardi la sera, fino a notte inoltrata, di ballare e cantare e poi fare l’ amore sotto la luna … come abbiamo fatto sempre, come vogliamo tornare a fare… lasciateci uscire dalle nostre case !!!”
Ma l’ incendio non si arrendeva !
Allora, memori di quell’ antica leggenda africana, pensarono al colibrì, alla sua generosità, tenacia e fiducia nella piccola goccia trasportata con fatica.
Fu così che, esausti ma non vinti, non si arresero e accettarono di continuare a fare ognuno la propria parte, fiduciosi che un oceano di gocce avrebbe fermato l’ incendio.
Intanto la primavera, ignara di tutto, era tornata a riempire di profumi e colori i balconi, i giardini e i campi: l’ erba nuova già ricopriva i prati, le gemme sui rami nudi dell’ inverno si schiudevano una dopo l’ altra, i mandorli e i peschi riprendevano a fiorire, mentre le primule, i giacinti e i narcisi disegnavano ricami delicati nei giardini.
Era la vita che tornava, per incoraggiare ogni cuore ad avere speranza!

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