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Parole accorciate

Parole accorciate

Le mie parole si sono accorciate,
Le ho lavate dal dolore,
Si sono ammantate di un poco di silenzio,
E ora mi cadono in braccio
Come ori e argenti.

È rimasto un succo,
Di miele e rugiada,
Me lo gusto e m’acquieto.

Le parole corte servono per non addormentarsi su narrazioni
Cieche, prive di mosto selvatico.

Ora le uso per dire che ho fame
Di vita ancestrale,
Che a cicli si ripete,
A partire da un centro rituale
Che anima alberi, pietre e umani.

Sono con la schiena dritta,
Incalzo il mondo
Con fremiti di giugno,
Il passo si fa schietto ed elegante,
Porterà al ponte e aprirà le porte,
A nuove poesie, intime, caparbie.

Poesia di Cristina Zavloschi

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