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Per un canto alla donna. La disobbedienza di Dafne

La disobbediente di oggi: Dafne

Testo di Alessandra Ucci.
Mai come in questo momento di disorientamento e di tristezza, lo scritto di oggi calza con gli accadimenti di morte fisica e psicologica da cui siamo attorniati.

Alessandra Ucci sa offrirci uno spunto di riflessione profonda: scegliere di essere altro da quello che ci imprigiona in schemi e regole, dettate, spesso, da chi non riesce né vuole guardarsi dentro.
La scrittrice sa “posare” parole sulla pagina in modo sapiente, attraverso una scelta stilistica e di contenuto lineare e al contempo innovativa. Alessandra riesce a parlare di una figura cara al Mito, per dire di libertà conquistata anche a costo della morte. Sfuggire ad Apollo, alle sue brame, per diventare “libertà in Albero “…

“Sottile corpo…braccia come rami di vite… capelli come fiori di gardenia”…scrive Alessandra.
Il lettore avvertirà senza dubbio, in questo canto alla donna, la sensazione di trovarsi in un Eden simbolico, immagine del giardino fiorito che spesso abbandoniamo per brutalità, desiderio di possesso e di potere.

Leggiamo insieme per essere anche noi Albero e vita!

“Parlami Dafne,
raccontami di quando
per sfuggire ad Apollo hai
deciso di diventare albero.
Dimmi del tuo corpo,
sottile tronco,
delle tue braccia,
rami di vite,
dei tuoi capelli,
fiori di gardenia,
del il tuo volto levigato,
con occhi di luce
e del tuo piede che
prima di diventare legnoso
è riuscito a darti lo slancio
che ti ha portato
verso la tua scelta di libertà.”

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