Born To Be Online

R I T O R N I

Sulla porta di casa, mentre gira la chiave nella toppa, Francesca sa che se lo troverà davanti; il fragore metallico della serratura, che come sempre riempie il silenzio serale fino in fondo alle scale, ne è certa, lo farà sobbalzare dal vecchio divano, scuotendolo dal sonnolento torpore di una calda giornata estiva, trascorsa nell’ attesa di un rientro che possa trasformare il vuoto della solitudine in una rinnovata promessa di tenerezza.
Pensava già a lui durante il ritorno. Soffocata dal traffico cittadino, innervosita dalle code ai semafori non ancora sostituiti dalle rotatorie, stanca del lavoro che quel giorno le aveva regalato più grane che soddisfazioni, pregustava la dolcezza dell’ incontro, che ancora una volta si sarebbe stemperata nei loro sguardi, prima di cedere al consueto, rutilante gioco di baci e carezze.
Ed eccolo lì, infatti, pronto ad accoglierla: si avvicina silenzioso, le gira intorno con fare sornione languido e paziente, poi la annusa letteralmente per riconoscere e assaporare l’odore di buono che emana e farle capire che vorrebbe subito accoccolarsi fra le sue braccia per rubare attimi preziosi di felicità!
Ma lei ha bisogno di tempo, deve riprendere fiato e dunque lo allontana, bonaria :
“Aspetta, solo un momento e sono da te, fammi almeno levare le scarpe, gioia mia ! “
Lui sembra desistere, ma non è così, continua infatti a guardarla, la segue in fondo alla casa, fin nella camera da letto: i suoi occhi sono ora su di lei, azzurri e lontani come un orizzonte marino, mentre la sua quieta richiesta d’amore sembra sussurrare uno struggente “ finalmente sei tornata!”
Poi, improvvisamente, è preso da un’ agitazione incontenibile, comincia ad andare su e giù per la casa, spasmodicamente, quasi adirato, certo innervosito dal fatto che lei temporeggia…
“Ma cosa fa ancora di là ?…perchè non viene qui da me?…dopo tutto lo sa che è tanto che l’aspetto! “ .
Francesca cerca di fare più in fretta che può, essere attesa la eccita e la mette in ansia allo stesso tempo perchè è indubbio che anche lei desidera coccolarlo, stringerlo, accarezzarlo…stare con lui e rassicurarlo“sono qui, non temere “.
Ma eccolo che torna, si ferma sulla soglia della camera da letto, socchiude gli occhi seduttivo, come a volerla richiamare al rispetto del patto d’amore che li unisce da quando vivono insieme; poi un leggero tremito dei lunghi baffi agli angoli della bocca annuncia che ora, davvero, il tempo a disposizione è scaduto.
“ Sì, micio, lo so che hai fame, vieni che andiamo a mangiare “ e mentre lei agita la scatola delle crocchette, un …miaooo…riconoscente accompagna il gioco della coda del suo gatto che, volteggiando, dipinge nell’ aria pennellate di gioia in un tripudio di complice, tenera allegria.

Ines Maria Guadagnini

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