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Storia di Franca

Di Sara Cappelletto Psicologa, Mediatrice Familiare, Formatrice

Giorni fa mi arrivò questo messaggio.
Ma solo oggi riesco a riportarlo.
“Ciao Sara, ieri purtroppo è venuta a mancare Franca (nome inventato, ma non così tanto distante da me dato che è il nome della mia mamma), causa sto maledetto virus e volevo fartelo sapere dato che anche te hai voluto bene a mia mamma. Grazie”
Io, nel novembre del 2014, ero una mamma felice di un bambino di 4 anni e di una bambina di pochi mesi, una professionista sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo da imparare e una ragazza (donna?) col sole dentro anche quando piove.
Franca, nel novembre del 2014, era una donna di 74 anni con i primi segni di demenza senile. Il declino delle sue facoltà cognitive non le aveva tolto però un sorriso meraviglioso, un aspetto dignitoso e un cuore d’oro. Era alta, magra, con due occhietti azzurri capaci di catturarmi il cuore. Forse perchè gli occhi azzurri in me hanno sempre avuto un effetto speciale, contagioso, di amore al primo sguardo. Erano azzurri anche gli occhi della mia adorata nonna Adele. Erano azzurri anche gli occhi di qualcuno che mi è rimasto impigliato nel cuore. Si presentò in Consultorio alle ore 18.00 a bordo delle sue stampelle, pulita e ben vestita ma visibilmente solcata da una vita difficile, di rinunce, di sacrifici e di atti eroici. Come molti dei nostri genitori, come molti dei nostri nonni. Mi raccontò la sua storia tutta d’un fiato, senza dimenticare nemmeno il minimo e più scabroso particolare. La salutai alle 19.00 lasciandola nella sala d’attesa poichè dovevo ricevere, dopo di lei, l’ultimo utente della giornata. Ridiscesi alle 20.00, salutai la persona che avevo davanti a me, sistemai le mie cartelle, spensi le luci, chiusi tutte le porte e uscii. Accanto al portone d’ingresso c’era lei. La guardai. La serata era umida e non sicuramente dall’aspetto invitante nè per una passeggiata, nè tantomento per starsene lì in piedi a bordo di due traballanti stampelle.
“Franca? Come mai è qui?”
“Non è venuto nessuno a prendermi. Se ne saranno scordati…Non ho il cellulare e comunque non ricordo il numero nè dei miei figli, nè di mio marito…”
In quel momento, in barba a questioni burocratiche-assicurative-eticheechissenefrega (ancor oggi qualche mia collega mi ricorda quel “grande pericolo che hai corso quella sera”) e col mio solito spirito, ahimè lo ammetto, poco prudente, le dissi: “Mi aspetti qui, vado a recuperare la macchina e la porto a casa io”.
E andò proprio così, la accompagnai a casa, continuando la nostra chiacchierata e la costruzione di quell’affetto che subito si era palesato così facile. Arrivate, scoprii che i figli e il marito erano in ansia per lei, perchè nessuno sapeva dove fosse…ma con un bel sorriso e un sano slancio di positività, ci rincuorammo a vicenda per il fatto che tutto era andato bene.
Passarono le settimane e, nonostante il quadro neurologico di Franca non migliorasse, non si scordò mai nemmeno uno dei nostri appuntamenti. Ogni volta era un suo pezzetto di vita quello che mi donava…una sua emozione…un suo risignificare la sua vita, insieme a me. Lei padrona della sua storia, io del processo di supporto…e si presentava sempre con un pensierino: un centrino che conservo ancora con tanto di Appretto sempre perfetto, una custodia in lana per il mio telefonino, una borsetta sempre in lana per la mia piccola Adelaide…
Arrivò il giorno in cui i nostri appuntamenti giunsero al termine e Franca mi abbracciò con tutte le sue forze. Mi chiamò “dottoressa” solo al nostro primo incontro…tutti i rimanenti ero ufficialmente diventata “TESORO”. “Ciao tesoro”, “Grazie tesoro”, “Come stai tesoro? Oggi ti vedo un po’ stanca…” Come a volte succede, questa utente speciale era un po’ “terapeutica” per me, e mi ha sempre dato la sensazione di donarmi molto di più di quel che riceveva da me.
Dopo quella sera primaverile del 2015, non la vidi più, se non via foto ogni anno, il giorno del suo compleanno, quando le inviavo i miei auguri tramite uno dei suoi figli.
Seppi che nel 2017, a causa della sua difficile gestione a casa, la ricoverarono in una Residenza per la Terza Età…
E venne il 2018: la mia tesi sperimentale in Psicologia di Comunità stava prendendo forma e mi trovai a visitare alcune Residenze per anziani del mio territorio.
Un giorno mi recai in una di queste e accedetti ad un reparto speciale: proprio quello degli affetti dal Morbo di Alzheimer. Camminavo tra gli ospiti: qualcuno giocava con le bambole per la doll therapy, qualcuno era adagiato sulle poltrone assorto tra i suoi ricordi, qualcuno guardava oltre l’orizzonte fuori da enormi e luminose finestre, qualcuno brontolava…eh sì! Giusto così!
Ad un tratto un’anziana accanto a me, a bordo della sua carrozzina. Occhi bassi. Mascherina per l’ossigeno. Io la guardo. Lei alza gli occhi e mi guarda. Quegli occhi azzurri…Scosta la mascherina dalla bocca e mi dice: “Tesoro…sei tu?” Io resto immobile, esplodo in un sorriso commosso e attendo la risposta alla domanda di suo figlio, che era dietro di lei e la stava guidando: “Tu chi, mamma?” “E’ lei, la dottoressa del Consultorio, quella che ha due bambini piccoli…tesoro…”
Emozione, tenerezza, affetto.
Ci abbracciammo, lei sulla sua sedia e io che, grazie alla mia statura, non ho problemi nell’abbassarmi troppo 😉, sulle mie gambe….
Parlammo, lei fissa sul suo passato e ogni tanto ridondante e stanca, io in totale gioia. Furono 15 minuti meravigliosi in cui non mi lasciò mai le mani, tornai a casa e lo raccontai ai miei bambini, a Francy…che dono grande la relazione d’aiuto, che dono grande tutta questa umanità concentrata in un incontro inaspettato!
Passarono i mesi, e anche gli anni…Franca era sempre nel mio cuore, come i molti altri utenti incontrati nel corso della mia vita professionale…o forse un po’ di più.
Fino a questi giorni, a quel messaggio, ai suoi occhietti intelligenti e profondi che mi guardano da quella foto…con i suoi capelli bianchi e il suo immancabile golfino grigio.
Ciao Franca, ti porterò per sempre nel mio cuore e ringrazierò sempre il Cielo per avermi fatto il dono di conoscerti e di condividere con me i tuoi TESORI: generosità, amore, Vita.

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