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Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza

di Cloe Sei
Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza di Luis Sepúlveda
“In un prato vicino a casa tua o a casa mia viveva una colonia di lumache sicurissime di trovarsi nel posto migliore del mondo. Nessuna di loro si era mai spinta fino al limitare del prato, né tanto meno fino alla strada asfaltata che iniziava proprio là dove crescevano gli ultimi fili d’erba. E siccome non avevano viaggiato non potevano fare confronti, quindi ignoravano che per gli scoiattoli il posto migliore era sulla cima dei faggi, o che per le api non c’era posto più piacevole delle arnie di legno disposte in fila dall’altra parte del prato”.
E’ questo un passo del nuovo libro di Luis Sepulveda, un libro delizioso che si legge tutto d’un fiato un po’ per la scorrevolezza della prosa un po’ per la sua struttura da favola. E’ uno scritto che ha una magia tutta particolare, capace di rasserenare e di invitare a riflettere. A riflettere, sì, su molti temi, ma in particolare sul valore del tempo, sulla lentezza. E’ singolare che parli di lentezza in termini di recupero proprio io, sua nemica, sempre in movimento, sempre pronta a rientrare nei termini del tempo da me programmato. Eppure comincio a ritrovarmi spesso a porre un freno ai miei ritmi; il tempo mi sfugge di mano ed ho la sensazione di accorciare la mia vita, di essermi lasciata prendere dal vortice che ingoia questa umanità frenetica disposta, nella sua corsa, a perdere pezzi preziosi di vita in comune. La fretta non fa ammirare i tramonti; la fretta non fa dare un abbraccio; la fretta non fa gustare il sapore; la fretta non fa cogliere il senso di uno sguardo, la fretta uccide la parte migliore di noi.

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