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A-sintomatiche

Pisa 23 ottobre 2020. E’ quasi mezzanotte e sono appena tornata a casa dopo “la prima” di A_SINTOMATICHE , una rappresentazione teatrale del nostro gruppo Le Sibille sull’attuale emergenza sanitaria .  Le Sibille si sono incontrate circa  due anni fa iniziando a lavorare  su una lettura scenica del romanzo Una Donna di Sibilla Aleramo , da cui è derivato il nome del gruppo , sotto la guida della nostra regista Anna Lugnani.

Dopo questa prima esperienza, che ha avuto varie rappresentazioni, stavamo preparando  uno spettacolo su Alda Merini e la Follia , che avrebbe dovuto essere presentato a Torino  il 21 marzo 2020 alla V edizione del  Divine Queer Film Festival, dedicata appunto ad Alda Merini, quanto è comparso il coronavirus . Lavoro sospeso. Periodo tristissimo di crisi, solitudine e paura  finchè, complice  il periodo estivo , il sole e la possibilità di usufruire di spazi aperti, ci siamo riproposte di  incontrarci di nuovo un pomeriggio alla settimana , nel Parco naturale di San Rossore, ricco di prati e spazi ombrosi sotto gli alberi .   Munite ciascuna di una seggiolina  pieghevole, quasi clandestine, mantenendo il distanziamento, ci siamo ritrovate il giovedi pomeriggio  col cuore palpitante di emozione e anche di preoccupazione. Inizialmente abbiamo condiviso il  nostro vissuto, riflessioni e opinioni , non tutte completamente negative . Alcune di noi hanno evidenziato l’esigenza di lentezza, la necessità di silenzio e di trasformazione dei ritmi stressanti e aggressivi di una vita intrisa troppo spesso di competizione e mancanza di solidarietà . E la meraviglia di osservare, non troppo distante dal nostro gruppo, una famigliola di cervi brucare indifferente alla nostra presenza! E così , settimana dopo settimana, abbiamo continuato a confrontarci , leggendo ad alta voce  alcuni brani di libri che ci avevano colpito , condividendo le  emozioni, le  ferite , le ansie , ed infine  anche le nostre scritture nate  durante il lockdown. I pomeriggio volavano  e tornavamo a casa più leggere e speranzose. A fine estate Anna, la nostra regista, ci propone un canovaccio derivato dall’insieme dei nostri scritti  che le avevamo inviato( prosa, diario, poesie…); e così, dopo averlo letto interamente, abbiamo iniziato a tagliare, confrontare, assemblare,  creando un testo nuovo,  in cui le parole di ciascuna si sono trasformate in un testo  condiviso, un frutto comune . La messa in scena, talvolta anche  ironica e divertente, si è rivelata  una vera e propria  cura per l’anima , una proposta di attesa e speranza ,non solo per noi attrici-autrici, ma anche per il pubblico . Munito di mascherina, con prenotazioni e distanza di sicurezza , ci ha espresso, alla fine della rappresentazione, il proprio sincero apprezzamento per le riflessioni ed emozioni condivise,  nella consapevolezza che “un nuovo periodo sta iniziando per l’umanità “.

Nadia C.

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