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Dante è il più autentico Padre della patria

di Maristella Mazzocca

Si dice, con opinione unanimemente condivisa,che fu Dante il primo ed il più autentico “padre della patria”, prima e più di Garibaldi, di Mazzini o di Cavour. Eppure non è un padre tenero, il nostro poeta. Tra i molti versi della Commedia divenuti proverbiali il più noto e il più ripetuto è sicuramente l’invettiva del sesto del Purgatorio :”Ahi serva Italia di dolore ostello, non donna di province ma bordello..”Anche la definizione che siamo abituati ad esibire come un blasone nazionale , il “bel paese dove il si suona” è si estremamente suggestiva, ma compare, con tragica ironia, all’interno di un contesto , il XXXIII dell’Inferno, in cui si incontrano, ahimé, i molti , moltissimi traditori che abitano il “bel paese”. Allora perché proprio Dante, e non Petrarca, ad esempio.,che rimase fino all’Ottocento il canone della lingua della poesia ? O perchè non Boccaccio, che portò sul palcoscenico della letteratura la borghesia mercantile che fu il nerbo del Rinascimento? Se Dante e non altri è così unanimemente considerato il padre fondatore d’Italia è proprio perché nella Commedia si respira un’energia morale di cui nessun altro autore è stato capace dopo di lui. Il suo è un messaggio che non appartiene ad un periodo storico né ad una classe sociale, né ad un genere letterario. Appartiene all’umanità e a ciascuno che cosa significa essere uomini, che la libertà è un dono rischioso e va meritato ogni giorno, che il Paradiso può essere qui e ora, che l’Inferno si annida ovunque, che bastano un gesto o una lacrima a salvare una vita. Che l’indicibile parla con la voce della poesia e la poesia parla con la voce di noi uomini. Che tutti siamo storia e apparteniamo alla storia, ma non tutto finisce con la storia. Che possiamo subirla o tentare di modificarla, magari scrivendo, oppure leggendo, quello straordinario romanzo d’iniziazione e d’avventura che Dante chiamò, in tutta umiltà, semplicemente «Commedia».

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