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Elogio della corsa

di Maria Chiara Acazi
‘ Il corpo tutto orientato verso il futuro, senza timore alcuno, con gli occhi scrutanti l’orizzonte e il baricentro sbilanciato in avanti, ricerca una impossibile stabilità. Si nutre di equilibrio.
Con estrema precisione, l’aria avvolge il corpo che si lascia definire i confini. Percezione del sé.
Le ginocchia salgono, ma non troppo, cercando di diminuire l’impatto con il suolo sfruttando le componenti elastiche degli arti inferiori. Il corpo ottimizza il rimbalzo attraverso un corretto rapporto tra frequenza ed ampiezza del passo e l’oscillazione verticale.
Le braccia oscillano avanti e indietro seguendo la giusta coordinazione con le gambe, umilmente collaborano rimuovendo resistenze e aumentando lo slancio.
Tra terra e cielo il corpo incontra il tempo e realizza il suo ritmo nello spazio che lo accoglie, quasi amorevolmente. Tutto intorno, il mondo. Gli occhi si nutrono di diversi profumi, di odori che variano dal verde all’azzurro.
Il sé si sente. Sentimenti di pace si depositano nella mente, grazie alla sua postura stabile, elastica, morbida ed accogliente.
La mente viaggia, libera.
I pensieri entrano ed escono, senza chiedere il permesso a nessuno. Fanno come l’aria. E non passano invano.
Gocce di pioggia bussano delicatamente e scivolano sul viso rivolto verso l’alto. I muscoli pellicciai nelle diverse regioni si contraggono e disegnano una mezza luna tra le guance che giunge fino agli occhi. È il piacere, il motore del mondo!
Passo dopo passo tutto il corpo avanza nel tempo e nello spazio. La mente lo accompagna con forza. Un movimento complesso, organizzatissimo, una meccanica perfetta. Un’opera d’arte. Un punto che vorrebbe catturare e dominare il mondo e invece se ne nutre e traccia la meravigliosa linea del sé. Tutte le parti nell’Uno e l’Uno nelle parti ’.

Pedagogista e Formatore, Perito grafico

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