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Il libro dioggi: “Quando ti guardo negli occhi” di Eleonora Daniele-

GIOVEDI’ LIBRO!
Chiara Omerini presenta il libro “Quando ti guardo negli occhi” di Eleonora Daniele- Mondadori, 2021
Quando ti guardo negli occhi. Storia di Luigi, mio fratello.
Ascolta la voce espressiva e delicata di Chiara al link:
https://anchor.fm/lastanzadellevoci/episodes/Chiara-Omerini-presenta-il-libro-Quando-ti-guardo-negli-occhi-di-Eleonora-Daniele-e1muh1c

Breve introduzione di Marina Agostinacchio

I ricordi di Eleonora Daniele fanno riferimento agli anni settanta, anni in cui l’autismo era una sindrome poco conosciuta in campo medico e chi ne era affetto era visto con diffidenza. La scrittrice ci parla del fratello Luigi e del rapporto con lui, ne esalta la singolare bellezza tutta trasmessa attraverso gli occhi, gli sguardi, i momenti vissuti insieme a contemplare la natura.
Il linguaggio non è sempre quello codificato in lettere e suoni, imparati fin da piccoli per potere esprimerci col mondo. “Entrare” nello spazio di bambini e adulti che, per qualche ragione conosciuta scientificamente o arcana, sono “diversi” dalla moltitudine di persone che pensiamo normale non è cosa semplice.
Certamente è più vantaggiosa e immediata una comunicazione che fa uso di suoni e segni, considerati buoni vettori nei rapporti esistenziali omologati a un sistema convenzionale in vigore comprensibile e in cui ci si riconosce.
Questo libro ci parla con un altro linguaggio, ci dice che, a volte, bastano atti d’amore per permettere a noi e ai nostri speciali interlocutori di fare parte uno dell’altro. Ci dice che essere partecipi della gioia e del dolori degli altri è anche un atto di civiltà.
Ecco alcune parole della scrittrice
“Eravamo felici, a quei tempi. Luigi non riusciva a pronunciare una sillaba, ma quello che provava lo trasmetteva con gli occhi e con sorrisi che dicevano più di mille discorsi. Ci sdraiavamo sotto la grande quercia e guardavamo tutto intorno. Sapevo che se passava una farfalla la seguiva anche lui, che una nuvola dalla forma strana attirava anche la sua attenzione. A fine giornata, per me avevamo visto le stesse cose, avevamo provato le stesse emozioni. Potevo capirlo davvero solo guardandolo negli occhi e comprendere tutto ciò che non sapeva dire.” Quando Luigi Daniele è nato, negli anni Settanta, poco si sapeva dei disturbi dello spettro autistico: la medicina brancolava nel buio ed erano ancora tanti i pregiudizi che riguardavano la salute mentale.

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