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Tracce di memoria – Terza parte

Marco Marchesan (Gorizia 14.12.1899 / Milano 7.8.1991), uomo di grande cultura, studioso e attento ricercatore. Laureato in legge e membro dell’ordine degli psicologi della Lombardia, ha ideato la psicologia della scrittura.

Di Maria Chiara Acazi

A proposito di Marchesan…
L’autore sottolinea anche l’importanza e la sostanzialità di queste tre facoltà che costituiscono e permettono l’esistenza della vita umana: l’intelligenza che consente di conoscere se stessi come soggetto e ogni altra cosa come oggetto comporta il godimento e le emozioni, senza le quali la vita sarebbe impossibile. Oltre alla conoscenza e all’emozione, la vita non è possibile senza la volontà e cioè la forza di adattare ciò che è esterno ad esso alla propria sensibilità per poterne godere nella sua variazione nei contatti con l’ambiente. Marchesan sostiene che le tre facoltà sono una condizione imprescindibile per l’esistenza della vita intelligente e creatrice, dell’uomo e quindi se viene a mancare una delle tre facoltà cessa ogni possibilità di Vita.
L’intelligenza e l’emozione sono interdipendenti: l’intelligenza si attiva sulla base dell’emozione che a sua volta può avvenire solo se preceduta dalla cognizione di un fatto idoneo a suscitarla e che mette in moto i meccanismi apprenditivi. Infine anche la volontà deve essere stimolata da intelligenza ed emotività. A questo proposito Marchesan parla di trinitarietà dell’essere umano: l’Io umano costituito dalla natura dell’energia vita si articola nelle tre facoltà intelligenza – sentimento – volontà che ne caratterizzano la psiche.
Marchesan definisce l’Io indivisibile (da cui ne derivano le difficoltà nello studio) e sostiene che “non ci risulta che in esso ci siano parti, mentre ci risultano possibilità di vari stati di coscienza, possibilità di orientamento della nostra coscienza in varie direzioni, di relegazione del memorizzato in posizione molto arretrata, tanto arretrata da aver l’illusione di averlo perduto dalla memoria, constatando però che con un atto di volontà lo facciamo riemergere; ci risulta la possibilità di perdere coscienza e non perdere la vita (…) “ (M.Marchesan, 1986).
L’Io, più precisamente l’energia vita che lo costituisce, esercita due azioni: l’azione vitalizzante e l’azione attivante. L’azione vitalizzante è esercitata dall’energia vita quando dormiamo o siamo svenuti e tuttavia siamo vivi. L’azione attivante è esercitata dall’energia vita attraverso l’attrazione della nostra attenzione che va a costituire le varie gradazioni di coscienza.
L’Io, che noi sentiamo di voler indicare come “quel qualche cosa per cui siamo un punto di sensibilità e di forza che si serve dei nervi e del corpo da esso (punto di sensibilità e di forza) resi sensibili e dotati di forza”, esercita quindi un’azione vitalizzante e una attivante, grazie alle quali il corpo, iizzato , viene in possesso di vita e di capacità attive subordinate alla Vita.
Interessante le considerazioni che l’autore propone in merito alla natura della vita e dell’Io che, sostiene, “si oppone alla staticità e alla identità, e pretende moto e variazione. (…). Veniamo a sospettare quindi che necessità essenziale dell’io e della vita sia quella di produrre in se stesso risonanza sempre nuova, sempre varia, evitando eventi danneggianti l’io e l’organismo che lo rende presente sul pianeta. (…) la vita vuole provare l’emozione della scoperta, della conquista, dell’assaporamento” (M.Marchesan, 1986).
Questa riflessione cerca di dare spiegazione della necessità, profondamente umana, della conversazione e della varietà che si verifica nella vita quotidiana di ciascuna persona, la cui automaticità e noiosità può produrre perdita di attenzione, affaticamento e incidenti. Questa predisposizione di sensibilità del nostro fondo fisiologico e del nostro Io è definita da Marchesan come un ‘giocoliere incessante del nuovo’, figura che ben rende l’idea del dinamismo intrinseco al movimento che si ripete in modo mai identico.
Il Sistema psichico nasce dalla necessità di Marchesan di studiare ed elaborare un sistema in grado di considerare intelligenza, volontà e affetti e descrivere quindi la personalità sulla base di una “conoscenza integrale, analitica, completa in tutte le attitudini che la personalità assume nei riguardi dell’ambiente e dei problemi e compiti che esso le impone” (M.Marchesan, 1986).
Questa ricercata sistematizzazione nasce dal tentativo di superare le precedenti modalità secondo cui si procedeva ad elaborare la descrizione della personalità “cominciando dalla enunciazione del tratto caratterologico o intellettuale emergente come massimo, rispetto al quale tutti gli altri tratti caratterologici e intellettuali assumevano una posizione funzionale, cioè apparivano come funzioni del tratto caratterologico o intellettuale presente con la massima intensità“ (M.Marchesan, 1986). Secondo Marchesan questo procedimento poteva dar luogo a seri inconvenienti: si trattava infatti, a suo avviso, di una presentazione tipologica priva di un criterio sistematizzante e della possibilità di cogliere la complessità e la varietà della personalità nella relazione con se stessa e con l’ambiente.
Il Sistema Psichico permette di conoscere la psiche, oltre che nella sua costituzione conscio – subconscio – inconscio, anche nella sua funzionalità e nella sua relazione dinamica con l’ambiente. Marchesan per Sistema Psichico intende la strutturazione del sistema della funzionalità dell’energia vita umana cioè come la persona si comporta nella ricezione degli stimoli ambientali fino alla propria risposta sull’ambiente. A questo proposito Marchesan parla di arco riflesso umano riferendosi a situazioni in cui “l’ambiente eccita la personalità, in cui avvengono delle reazioni apprenditive ed emotive che raggiungono la sostanza della personalità, cioè l’io, più precisamente la carica di energia vita che lo costituisce. Questa reagisce attraverso vari stadi facendo entrare in azione vari meccanismi fino a raggiungere con la propria reazione l’ambiente con l’effettuazione delle azioni che corrispondono ai suoi interessi. In questa situazione è evidente che l’unico criterio di strutturazione della personalità è quello del suo modo di comportarsi nella ricezione degli stimoli da parte dell’ambiente fino alla propria risposta sull’ambiente, in altre parole la strutturazione del sistema della funzionalità dell’energia vita umana, brevemente detto sistema psichico”. Marchesan si riferisce quindi ad un “arco riflesso in cui l’ambiente sviluppa una energia che agisce sul sistema nervoso e, attraverso lo stesso , produce nella conoscenza la rappresentazione della situazione che esso presenta e, raggiungendo il nocciolo della vita che è il centro della persona, cioè l’io, provoca con l’emozione questo a una risposta con cui inizia il secondo ramo dell’arco riflesso che è costituito dalla reazione alle emozioni, la quale, attraverso , di nuovo, la conoscenza, sviluppa l’energia per l’attuazione della reazione nell’ambiente” (M.Marchesan, 1986). Emergono quindi due riflessi: il primo parte dall’ambiente che eccita l’io e il secondo che vede la risposta dell’io sull’ambiente. Quando uno stimolo esterno che proviene dall’ambiente o uno interno che può essere un ricordo, uno stato d’animo, un pensiero o un’idea sollecitano la psiche prende, avvio il ciclo funzionale suddiviso in sei fasi: l’intellezione cioè la conoscenza e la comprensione dello stimolo mediante i sensi, lo stimolo, attraverso un atto intellettivo, viene interpretato e trasformato in idea o concetto; l’emozione cioè la sensazione, piacevole o dolorosa, prodotta dall’atto conoscitivo di ciò che costituisce lo stimolo; la reazione cioè l’emozione che determina l’impulso a reagire istintivamente che è solo sentimentale poiché, prima di concretizzarsi deve essere sottoposta al vaglio dei processi mentali, della riflessione e della valutazione (deliberazione e decisione); la deliberazione, quando la reazione viene esaminata razionalmente dal soggetto attraverso la valutazione, l’esame interiore, la riflessione e la previsione di tutte le possibili alternative di risposta che la situazione da affrontare richiede. Dopo aver deliberato, il soggetto sceglie con consapevolezza e responsabilità il comportamento operativo con una decisione.

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