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Afghanistan Per Gino Strada Testimonianze

di Marina Agostinacchio

Testimonianze
Carissime lettrici e lettori,
scompagino il palinsesto del mercoledì, accogliendo l’invito della cara amica Marilena.
Mi scrive: “Buongiorno Marina. Ho letto questo articolo che mi è sembrato molto importante soprattutto di questi tempi, non per “buttarla” sulla politica, anche se poi tutto parte sempre da lì. Era solo per cercare di capire, di capirmi, x evitare i soliti stereotipi e la solita retorica che impediscono di cogliere l’essenza dei problemi limitandoci a moralismi vuoti e a verità molto di parte e di comodo. Un abbraccio amica cara”.
Invito, pertanto, tutti ad andare al link: https://gognablog.sherpa-gate.com/per-gino-strada/ per leggere in modo più ampio l’articolo.
Attraverso le parole scritte, rifletto…
Sappiamo sempre tutto e di tutto ma spesso più che osservatori attenti siamo lettori in fuga e superficiali.
Conoscere veramente i fatti a volte può essere scomodo. Oggi, però, più che mai abbiamo la responsabilità di sapere per capire. Non per schierarci o covare sentimenti di rancore o di vendetta, ma perché è giusto vedere “ciò che muove il mondo” e riuscire a progettare e a costruirne uno migliore.
In questo spazio mi piace riportare le testimonianze di chi ha conosciuto Gino Strada.
Comincerò da questa.
Di Carlo Alberto Pinelli
“Ho avuto nel 2000 la fortuna di conoscere a Islamabad Gino Strada. Grazie a lui riuscii poi a raggiungere avventurosamente il Panjshir, in Afghanistan, dove Gino aveva un ospedale: vi fui ospitato assieme al mio cameraman, mentre infuriava la guerra tra i Talebani e l’alleanza del nord. Quando poi l’America invase l’Afghanistan mi trovai in disaccordo con lui che condannava una simile azione vendicativa considerandola destinata al fallimento. Ora, a distanza di vent’anni, devo riconoscere con grande amarezza che aveva ragione lui: le nostre ottimistiche speranze in un futuro migliore per l’Afghanistan – imposto con le armi – stanno crollando miseramente. Penso con angoscia non solo alle ragazze che con tanto entusiasmo parteciparono ai nostri due corsi di Environment-friendly mountaineering, ma a tutte le donne di quel paese che dopo aver “respirato” la libertà stanno ricascando nel più umiliante medioevo”

Buona riflessione e semmai lascia un commento qui sotto e condividi

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